Vai al contenuto

La Volatilità

Immagina di essere in una barca in mezzo al mare. Mettiamo che il mare sia il mercato finanziario e la barca sia l’investimento che hai scelto di fare. In alcuni giorni il mare è calmo e sereno, in altri è tempestoso e imprevedibile. Ti piacerebbe avere uno strumento che misuri quanto possa essere rischioso avventurarsi con quella “barca” in mezzo a quel “mare”? Questo strumento esiste, ed è quello che in finanza chiamiamo “volatilità”.

La volatilità di un titolo finanziario è uno degli aspetti più discussi e analizzati dagli investitori e dagli analisti di mercato. È fondamentale per capire il comportamento di un investimento nel tempo e per prendere decisioni informate. Ma come si calcola esattamente la volatilità? E perché dovresti preoccupartene?

Che cos’è la Volatilità?

Prima di vedere come si calcola la volatilità, facciamo un passo indietro. In finanza, la volatilità misura l’ampiezza delle fluttuazioni del prezzo di un titolo (azioni, obbligazioni, fondi, indice di mercato, etc.) in un dato periodo di tempo. Può essere vista come un indicatore del rischio: un titolo con alta volatilità è considerato più rischioso, perché il suo prezzo può cambiare rapidamente in modo significativo, sia in positivo sia in negativo. Più sono ampie e frequenti queste fluttuazioni, maggiore è la volatilità. È importante perché, se da un lato può offrire grandi opportunità di guadagno (pensa a una grande onda che ti spinge in avanti), dall’altro lato aumenta il rischio di perdite (pensa a un’onda che ti porta velocemente contro gli scogli). Ma entriamo nel vivo.

Calcolo della Volatilità: la Deviazione Standard

Il metodo per calcolare la volatilità è attraverso la deviazione standard dei rendimenti di un titolo. La deviazione standard è una misura statistica che indica quanto i valori di un insieme di dati si discostano dalla media. Ecco come si procede:

Passo 1: Raccolta dei Dati: Prima di tutto, raccogli i prezzi di chiusura del titolo per il periodo che vuoi analizzare (ad esempio, giornaliero, settimanale, mensile).

Passo 2: Calcolo dei Rendimenti: Converti questi prezzi in rendimenti percentuali. I rendimenti si calcolano solitamente come la variazione percentuale tra due prezzi consecutivi. La formula per questo calcolo è:

Passo 3: Media dei Rendimenti: Calcola la media di questi rendimenti. Questo ti dà un’idea di quanto, in media, il prezzo del titolo è cambiato in ogni periodo.

Passo 4: Deviazione Standard dei Rendimenti: Calcola la deviazione standard dei rendimenti. Questo valore (la deviazione standard) è la volatilità del titolo. Maggiore è la deviazione standard, maggiore è la volatilità.

Capito niente? Neanche io, quando me lo hanno spiegato la prima volta. Vediamo se con un esempio va meglio.

Esempio Pratico: Calcolare la Volatilità di un Titolo

Per rendere più facile capire il concetto di volatilità, facciamo un esempio pratico passo dopo passo. Supponiamo di voler calcolare la volatilità giornaliera di un’azione nel corso di una settimana di contrattazioni. Vediamo i 4 passi.

Passo 1: Raccolta dei Dati di Partenza

Ecco i prezzi di chiusura giornalieri di un’azione per una settimana:

  • Lunedì: €50
  • Martedì: €52
  • Mercoledì: €51
  • Giovedì: €53
  • Venerdì: €54

Passo 2: Calcolare i Rendimenti Giornalieri

Il rendimento giornaliero si calcola come la variazione percentuale del prezzo rispetto al giorno precedente. Usiamo la formula che abbiamo visto sopra:

Ecco i calcoli:

Passo 3: Calcolare la Media dei Rendimenti

Calcoliamo la media di questi rendimenti:

Passo 4: Calcolare la Deviazione Standard dei Rendimenti

Ora troviamo la deviazione standard dei rendimenti, cioè la volatilità. Per farlo, calcoliamo prima la differenza fra i rendimenti giornalieri e la loro media ed eleviamo al quadrato (non chiediamoci qui perchè e percome, è una formula matematica):

La somma di questi valori è 0.02312032. Dividiamo questa somma per il numero di rendimenti meno uno (ossia 3, perché usiamo la formula della deviazione standard corretta), il risultato si chiama “Varianza”:

La deviazione standard (volatilità) è la radice quadrata della varianza:

Come si arriva a questa formula (quadrati, somme, radici quadrate, etc.) non ci interessa in questa sede, ma… ok Domenico, se proprio insisti, ecco come si scrive in matematica la formula della deviazione standard (alias scarto quadratico medio, alias volatilità in finanza):

Quella specie di “o” a sinistra dell’uguale si legge “sigma” ed è la nostra volatilità, invece x1, … xn sono i rendimenti giornalieri, quella specie di “u” è la media dei rendimenti (nell’esempio 1,97%) e “n” è il numero di periodi considerati (nell’esempio 4).

Ripeto, come si arriva a questa formula non ci interessa qui, ma è una formula usatissima in tanti campi: calcolo delle probabilità, statistica, fisica, matematica, ingegneria, finanza, etc. Qui ci interessa solo capire cos’è e come usarla in finanza.

E quindi? Che me ne faccio?

Come si vede, la volatilità giornaliera dell’azione considerata è del 8.78%, il che significa che in media, il prezzo dell’azione ha oscillato dell’8.78% ogni giorno rispetto alla media dei rendimenti, durante la settimana analizzata. Questa è una misura utile per comprendere quanto l’azione sia stata rischiosa in quel periodo specifico. Ricorda, questa misura è utile non solo per i trader giornalieri ma anche per gli investitori a lungo termine per comprendere la stabilità di un titolo nel tempo.

Perché è Importante la Volatilità?

La volatilità è cruciale per diversi motivi:

  • Gestione del Rischio: Aiuta gli investitori a comprendere il rischio associato a un investimento specifico. Conoscendo la volatilità, puoi decidere quanto di quel rischio sei disposto a sopportare in base al tuo profilo di rischio.
  • Pianificazione degli Investimenti: Permette di diversificare in modo più efficace il portafoglio. Ad esempio, potresti bilanciare titoli ad alta volatilità con altri più stabili per ridurre il rischio complessivo.
  • Opportunità di Trading: Gli investitori attivi e i trader utilizzano spesso la volatilità (e la “direzione” di mercato) per identificare opportunità di entrata e uscita dal mercato, sfruttando le fluttuazioni dei prezzi per guadagni a breve termine.

Il bello è che non devi calcolarla tutte le volte! E’ talmente “popolare” in finanza che spesso la trovi già calcolata ed esposta, pronta all’uso! Adesso sai cosa fartene.

Conclusioni

Capire come calcolare e interpretare la volatilità può significativamente migliorare le tue strategie di investimento. Tuttavia, è essenziale ricordare che la volatilità è solo uno degli aspetti da considerare quando si valutano gli investimenti. Altri fattori come la direzione del mercato, le condizioni economiche e i fondamentali del titolo sono altrettanto importanti.

La volatilità di per sè non è né buona né cattiva, ma una chiara comprensione di essa ti permetterà di navigare con maggiore sicurezza nel “mare” degli investimenti. E come sempre, ogni investimento comporta rischi: l’importante è sapere come gestirli.

Una volta digerita la volatilità, più in là potremo parlare di altri 2 sofisticati e importanti strumenti che ne fanno uso e che ci danno (con un semplice calcolo) informazioni molto, molto preziose e utili: l’Indice di Sharpe e l’Indice di Sortino. Se ti interessa, seguimi: ecco qui l’articolo relativo.

Grazie per avermi seguito fin qui, e come al solito, se ho scritto qualche cavolata, segnalamelo nei commenti.

Buon investimento!

UfficioFinanza.it – Domenico Guercia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *