Hai presente quella sensazione di montare sulle montagne russe e realizzare che sei troppo in alto, troppo veloce, e inizi a chiederti chi te l’ha fatto fare? Ecco, qualcosa di simile succede anche agli investitori quando i mercati cominciano a scendere rapidamente. È qui che entra in scena lo “stop-loss”, che in finanza non è altro che un meccanismo di autodifesa che ci aiuta a uscire da una posizione prima che le perdite ci travolgano. Ma, come ogni amico fidato, anche lo stop-loss va gestito con cura. Vediamo di capirci meglio.
Cos’è lo stop-loss?
In parole semplici, lo stop-loss è un ordine automatico che dici alla tua piattaforma di trading o alla tua banca di eseguire per vendere un’azione o un altro asset se il prezzo scende sotto un certo livello. In pratica, gli dici: “Se le cose vanno male, vendi e limita i danni”. Nessuno vuole perdere soldi, ma purtroppo, nel mondo degli investimenti, può succedere. Lo stop-loss ti permette di gestire le perdite e non rimanere “attaccato” a un investimento che continua a perdere valore.
Ora, ti starai chiedendo: si può usare sempre?
Ottima domanda! La risposta breve è che dipende dal tipo di investimento e dallo strumento che stai utilizzando.
Quando e dove si usa lo stop-loss?
Lo stop-loss viene tipicamente utilizzato nel trading di azioni, obbligazioni, criptovalute, ETF e strumenti finanziari a breve termine. Ma, per esempio, se si parla di fondi comuni di investimento, la faccenda diventa un po’ più complessa. In questo articolo voglio usare i fondi comuni di investimento come esempio di strumento finanziario dove NON si può usare lo stop-loss, per capire appieno il concetto. Ecco un po’ di chiarezza:
- Azioni e ETF: È qui che lo stop-loss si sente a casa. Ad esempio, se hai comprato azioni di un’azienda e ti accorgi che il mercato comincia a tremare, puoi piazzare uno stop-loss, diciamo, al 10% sotto il prezzo d’acquisto. Se l’azione perde il 10%, il sistema venderà automaticamente le tue azioni e ti eviterà ulteriori perdite.
- Fondi comuni di investimento: Qui la faccenda cambia. I fondi comuni non sono scambiati in borsa come le azioni o gli ETF, quindi non puoi piazzare un vero e proprio ordine di stop-loss diretto. Tuttavia, ciò che puoi fare è fissare una strategia di disinvestimento manuale. In altre parole, tieni d’occhio il valore del fondo e decidi tu stesso quando è il momento di uscire se le cose vanno male. Purtroppo, non c’è un sistema automatico per proteggerti da perdite in un fondo comune. Ma puoi comunque monitorare il fondo e disinvestire quando il valore scende sotto una soglia da te stabilita. Certo, questo richiede un po’ più di attenzione e prontezza, ma è comunque una strategia utile.
Stop-loss: vantaggi e svantaggi
Come ogni strumento finanziario, lo stop-loss ha i suoi pro e contro, e come ogni cosa nella vita, non è una bacchetta magica.
Vantaggi dello stop-loss:
- Limiti le perdite: L’ovvio vantaggio è che non rischi di perdere tutto. Se hai un investimento in discesa, lo stop-loss ti evita l’errore comune di “restare incollato” a un asset che continua a perdere valore, sperando che magicamente risalga.
- Disciplina e razionalità: Quando il mercato diventa una giostra impazzita, la tua mente potrebbe iniziare a giocare brutti scherzi. Con lo stop-loss già fissato, puoi essere sicuro che non prenderai decisioni impulsive, evitando di cedere al panico o alla cupidigia.
Svantaggi dello stop-loss:
- Falsi allarmi: A volte il mercato scende temporaneamente, per poi risalire. Se il tuo stop-loss è impostato troppo stretto, potresti vendere durante una breve oscillazione negativa, perdendo il rimbalzo successivo.
- Commissioni: Ogni volta che vendi, potresti pagare commissioni. Quindi, attenzione a non cadere nella trappola di vendere troppo frequentemente, perché alla fine potresti vedere le commissioni mangiare i tuoi guadagni.
- Nessuna garanzia: Lo stop-loss non è una polizza assicurativa. In mercati altamente volatili o con scarsa liquidità, il prezzo di vendita potrebbe essere inferiore al livello di stop che hai impostato. Questo fenomeno si chiama slippage e può capitare nei momenti di alta turbolenza. Vedrò di parlarne in futuro.
Come impostare uno stop-loss efficace?
Qual è il segreto per usare lo stop-loss in modo saggio? Beh, non c’è una risposta definitiva, ma ci sono alcuni consigli utili che posso darti:
- Non essere troppo rigido: Se imposti lo stop-loss troppo stretto, ad esempio al 2% di perdita, potresti uscire troppo presto da un buon investimento che ha solo una piccola oscillazione temporanea. Considera una soglia più ampia, magari il 10%, a seconda della tua tolleranza al rischio.
- Adattalo all’investimento: Se investi in azioni di una startup super volatile, avrai bisogno di uno stop-loss più ampio rispetto a un investimento in una blue-chip consolidata.
- Monitoraggio costante: Anche con lo stop-loss, non è una buona idea dimenticarti del tuo investimento. Tieniti aggiornato sul mercato e sugli asset che possiedi, in modo da poter rivedere la tua strategia se necessario.
Si può usare lo stop-loss per tutto?
Come abbiamo visto, lo stop-loss è più efficace nel trading di azioni e ETF. Per investimenti più a lungo termine come i fondi comuni che ho preso ad esempio, dovrai sviluppare una strategia di uscita più “manuale”. Tuttavia, in ogni tipo di investimento, la gestione delle perdite è fondamentale, e lo stop-loss può essere uno strumento prezioso, se usato correttamente.
Un esempio concreto
Vediamo un esempio pratico di stop-loss utilizzando un ETF reale su eToro, una delle piattaforme di trading più popolari.
Immagina di voler investire nell’ETF Vanguard S&P 500 (VOO), un fondo che replica l’andamento delle 500 aziende più grandi degli Stati Uniti. È uno degli ETF più conosciuti e apprezzati per chi cerca un’esposizione diversificata sul mercato americano.
Passo 1: Acquisto dell’ETF
Supponiamo che tu decida di comprare 10 azioni dell’ETF VOO a un prezzo di 350 € ciascuna. Quindi il tuo investimento totale è di:
10 azioni x 350 € = 3.500 €
Passo 2: Impostazione dello stop-loss
Ora vuoi proteggerti da eventuali perdite, e decidi di impostare uno stop-loss al 10% sotto il prezzo d’acquisto. Questo significa che se il prezzo dell’ETF scende del 10%, le tue azioni verranno automaticamente vendute, limitando le perdite.
- Prezzo d’acquisto: 350 €
- Stop-loss al 10% = 350 € – (10% di 350 €)
- Livello di stop-loss = 315 €
Se il prezzo dell’ETF scende a 315 €, eToro venderà automaticamente le tue 10 azioni, limitando le tue perdite.
Passo 3: Cosa succede in pratica
- Se il prezzo dell’ETF scende a 315 €, il sistema eToro attiverà lo stop-loss e venderà le tue azioni.
- A quel punto, avrai perso 35 € per ogni azione (350 € – 315 €).
- Quindi, la tua perdita totale sarà di 350 € (35 € x 10 azioni).
Benefici e rischi
- Beneficio: Grazie allo stop-loss, hai limitato la tua perdita a 350 €, che rappresenta il 10% del tuo investimento iniziale.
- Rischio: Se il mercato dovesse rimbalzare (cioè scendere, per poi risalire subito dopo) dopo aver toccato i 315 €, avresti perso l’opportunità di recuperare le perdite o addirittura di guadagnare. Questo è il classico rischio di impostare uno stop-loss troppo vicino al prezzo d’acquisto.
Come impostare lo stop-loss su eToro
- Dopo aver acquistato l’ETF su eToro, vai sulla tua posizione aperta e clicca su “Modifica”.
- Troverai l’opzione per impostare uno “Stop Loss”.
- Inserisci l’importo (in questo caso 315 € per azione) o la % di perdita che sei disposto a tollerare (in questo caso 10%).
- Salva la modifica, eToro monitorerà il prezzo e se scenderà sotto il limite, venderà automaticamente le tue azioni.
Costi e commissioni su eToro
- eToro non applica commissioni di acquisto o vendita su ETF, ma ci sono comunque degli spread (la differenza tra il prezzo di acquisto e di vendita).
- Potresti anche dover pagare delle commissioni overnight se mantieni la posizione a lungo termine, ma questo dipende dal tipo di asset e se usi la leva finanziaria.
Quando conviene usare lo stop-loss su un ETF?
- Mercato volatile: Se stai investendo in un periodo di alta volatilità, un buon stop-loss può proteggerti da un calo improvviso e inaspettato del mercato.
- Strategia a breve termine: Se il tuo orizzonte temporale è di breve termine e vuoi limitare i danni in fretta, lo stop-loss è uno strumento utilissimo.
- Conservazione del capitale: Se il tuo obiettivo principale è conservare il capitale e non vuoi rischiare di perdere più del 10%, lo stop-loss è perfetto per questa strategia.
Nota bene: Come accennato prima, lo stop-loss non ti protegge da ogni rischio. Se il mercato è particolarmente volatile, c’è la possibilità che la vendita avvenga a un prezzo peggiore di quello che hai impostato, fenomeno noto come slippage (come già detto, ne riparliamo).
Posso chiedere alla mia banca di usare stop-loss?
Fatta da un mio cliente, questa sì che è una domanda molto interessante e tocca un aspetto cruciale della gestione degli investimenti quando si affida il proprio patrimonio a una banca o a un consulente finanziario. In linea di massima, la risposta è: dipende dal tipo di servizio o di gestione patrimoniale che hai sottoscritto con la tua banca.
Vediamo insieme i vari scenari.
1. Gestione Patrimoniale (discrezionale)
Se hai una gestione patrimoniale discrezionale con la tua banca, significa che il gestore ha il mandato di prendere decisioni di investimento per te senza consultarti prima di ogni operazione. In questo caso, potresti non avere il controllo diretto sull’implementazione di uno stop-loss, a meno che non abbia concordato questa strategia in modo esplicito all’inizio o successivamente.
Cosa puoi fare:
- Parlare con il tuo gestore: Se desideri inserire una strategia di stop-loss sui tuoi investimenti, puoi discuterne con il gestore patrimoniale. La banca potrebbe implementare una politica di gestione del rischio basata su stop-loss, ma questo deve essere parte della strategia concordata.
- Limiti operativi e discrezionalità: Alcune banche potrebbero non applicare meccanismi automatici di stop-loss, perché preferiscono basarsi su valutazioni di mercato a più ampio raggio piuttosto che su soglie rigide. Tuttavia, puoi chiedere di impostare delle soglie di allarme o di revisione degli investimenti se il loro valore scende sotto una certa percentuale.
2. Consulenza Avanzata (personalizzata)
Se hai un rapporto di consulenza finanziaria con la tua banca (invece della gestione discrezionale), hai un maggiore controllo su ogni decisione di investimento. Qui, sei tu a decidere quando e cosa comprare o vendere, con il supporto del consulente in banca.
In questo caso, potresti:
- Chiedere esplicitamente l’applicazione di stop-loss sugli strumenti finanziari che compri, come azioni o ETF. Se stai operando su strumenti quotati, la banca può impostare uno stop-loss per te, se è previsto dal servizio, ma devi sempre specificare per ogni singolo investimento dove desideri il livello di stop-loss.
- Non valido per tutti gli strumenti: Come spiegavo prima, strumenti come i fondi comuni di investimento non permettono di impostare automaticamente uno stop-loss, dato che i fondi non sono scambiati in tempo reale ma basati su un NAV (Net Asset Value) che viene calcolato a fine giornata.
3. Piattaforme di trading bancarie
Se la tua banca ti offre una piattaforma di trading online (come molte banche italiane fanno ormai), allora puoi avere un maggiore controllo e potrai tu stesso impostare ordini di stop-loss per gli investimenti quotati come azioni, ETF e obbligazioni.
- ETF, azioni e obbligazioni: Sui prodotti quotati in borsa (come azioni e ETF), puoi inserire ordini di stop-loss proprio come faresti su piattaforme come eToro. Molte banche italiane offrono questo tipo di servizio sulle loro piattaforme di trading online.
- Limiti per i fondi comuni di investimento: Come nel caso precedente, non è possibile impostare uno stop-loss diretto su un fondo comune di investimento, perché i fondi non vengono scambiati in tempo reale come le azioni o gli ETF. Tuttavia, puoi monitorare manualmente il valore del fondo e chiedere alla banca di disinvestire se il valore scende sotto una soglia che hai deciso.
4. Cosa puoi chiedere alla banca
In generale, la banca potrebbe non avere un servizio di stop-loss automatico per tutti gli investimenti che ti gestisce, ma ci sono alcune cose che puoi fare:
- Imposta un obiettivo di rischio: Puoi chiedere al tuo gestore patrimoniale di applicare una strategia di gestione del rischio, concordando una soglia di perdita massima accettabile. Sebbene non sia un vero e proprio stop-loss automatico, il gestore potrebbe prendere decisioni basate sul raggiungimento di queste soglie.
- Richiedi monitoraggio continuo: Puoi richiedere che il tuo consulente monitori costantemente i tuoi investimenti e ti avvisi quando il valore scende sotto una certa percentuale, permettendoti di valutare se vendere o mantenere l’investimento.
- Servizi personalizzati: Alcune banche di private banking o di gestione patrimoniale avanzata possono offrire strumenti più sofisticati per la gestione del rischio, inclusi ordini simili allo stop-loss, ma in genere questi sono riservati ai clienti con patrimoni più consistenti.
Casi in cui lo stop-loss non è applicabile
Come già menzionato, lo stop-loss non è applicabile in modo diretto per tutti i tipi di investimento. Ad esempio, su:
- Fondi comuni di investimento
- Polizze unit-linked
- Certificati di deposito o obbligazioni non quotate
In questi casi, ed altri su cui non mi dilungo, devi gestire il rischio diversificando i tuoi investimenti e monitorando regolarmente l’andamento, senza poter contare su un sistema automatico di protezione come lo stop-loss.
Chiudo con alcune riflessioni
Il concetto di stop-loss è certamente affascinante e utile per il controllo del rischio, ma non sempre è applicabile in maniera automatica in ogni contesto. Se ti affidi a un gestore patrimoniale o un consulente finanziario, puoi discuterne per vedere come implementare una strategia di protezione personalizzata. Ricorda sempre che un approccio flessibile e proattivo alla gestione del rischio è fondamentale per proteggere i tuoi investimenti nel lungo termine.
Lo stop-loss è un ottimo strumento per proteggere il tuo capitale, soprattutto quando investi in asset più volatili come gli ETF. Tuttavia, è importante usarlo con intelligenza, senza essere troppo rigido o timoroso. Ricorda che anche le oscillazioni di mercato sono parte del gioco, e non sempre vendere al primo calo è la scelta migliore.
Lo stop-loss non è per tutti, e soprattutto non è una formula magica che ti protegge da ogni rischio. Se investi in strumenti più complessi o a lungo termine, come i fondi comuni o altri strumenti, potresti aver bisogno di altre strategie.
Ricorda sempre di bilanciare i rischi e di non affidarti solo agli automatismi. In finanza, la testa sulle spalle fa ancora la differenza!
Buon stop-loss!
UfficioFinanza.it – Domenico Guercia