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Risparmio Gestito o Amministrato?

Ieri, mentre seguivo un corso in banca su un nuovo rilascio della procedura Titoli e Gestioni Patrimoniali ho visto una maschera di inserimento dati con un campo che ha catturato la mia attenzione: Regime Dlgs.461 = “G” – Gestito. Nel vedere quel campo mi è venuta in mente una domanda che ricorre spesso in banca con i clienti: che differenza c’è fra risparmio Gestito e quello Amministrato?

Ora premetto, non voglio annoiare con definizioni “pompose” e lunghe dissertazioni tecniche (non ne sarei nemmeno capace e non è lo scopo di questo blog), ma se anche tu ti sei fatto almeno una volta quella domanda, mettiamoci comodi e facciamo un po’ di chiarezza insieme e con semplicità; ci provo e serve anche a me, come sempre!

Cos’è il Risparmio Amministrato?

Partiamo dal risparmio amministrato. In poche parole, con questa formula, tu rimani il padrone del tuo portafoglio e decidi direttamente in cosa investire i tuoi soldi. Le banche o gli intermediari ti offrono un servizio di gestione tecnica e fiscale, ma non intervengono nelle scelte d’investimento. Puoi comprare e vendere titoli (azioni, obbligazioni, ETF, etc.) liberamente e, soprattutto, i guadagni (o le perdite!) sono direttamente legati alla tua abilità o al tuo fiuto negli investimenti.

Vantaggi del risparmio amministrato:

  • Controllo totale: sei tu a decidere quando e dove investire i tuoi soldi. Nessuno ti dice cosa fare.
  • Costi di gestione più bassi: essendo tu a gestire il portafoglio, le commissioni applicate dalla banca o dall’intermediario si riducono alle sole spese amministrative e fiscali.
  • Flessibilità fiscale: la banca si occupa di calcolare e pagare le imposte per conto tuo sui guadagni ottenuti (come la famigerata tassazione al 26% sulle plusvalenze o al 12,50% su altri determinati strumenti), sollevandoti dalla noia di compilare la dichiarazione dei redditi su queste specifiche operazioni.

Svantaggi del risparmio amministrato:

  • Responsabilità personale: se l’investimento va male, è tutto sulle tue spalle. Sei tu a fare le scelte, quindi sei tu a rischiare.
  • Richiede competenze e tempo: se vuoi gestire il tuo portafoglio in autonomia, devi essere costantemente aggiornato sui mercati, avere una strategia d’investimento ben definita e dedicare tempo per monitorare l’andamento dei tuoi investimenti.

Quando conviene il risparmio amministrato? Se sei un investitore esperto, ami avere il controllo e sei disposto a prenderti rischi e responsabilità, allora potrebbe essere la scelta giusta per te. Ricorda, però, che non è una passeggiata: il rischio di prendere decisioni sbagliate è sempre dietro l’angolo.

Cos’è il Risparmio Gestito?

Dall’altra parte abbiamo il risparmio gestito, che invece funziona diversamente. In questo caso, affidi il tuo patrimonio a dei professionisti, come banche o società di gestione del risparmio (SGR), che prendono le decisioni per te. Investono i tuoi soldi in fondi comuni d’investimento, gestioni patrimoniali o polizze vita, con l’obiettivo di ottenere rendimenti adeguati al tuo profilo di rischio.

Vantaggi del risparmio gestito:

  • Affidabilità: i tuoi soldi sono in mano a professionisti del settore, che hanno esperienza e strumenti per fare scelte consapevoli sui mercati.
  • Diversificazione: i gestori professionisti possono costruire portafogli ben diversificati, riducendo il rischio complessivo.
  • Comodità: non devi fare nulla. Una volta scelto il tipo di investimento (e il livello di rischio che sei disposto a sopportare), ci pensano loro.

Svantaggi del risparmio gestito:

  • Costi più alti: il risparmio gestito ha costi di gestione più elevati rispetto a quello amministrato. In molti casi si pagano commissioni di gestione annuali, commissioni di performance e talvolta anche spese di ingresso o uscita.
  • Minore controllo: non sei tu a decidere dove vanno a finire i tuoi soldi. Le scelte d’investimento le fa il gestore e tu devi fidarti del suo operato.

Quando conviene il risparmio gestito? Se non hai molto tempo da dedicare agli investimenti, non sei particolarmente esperto o vuoi semplicemente dormire sonni tranquilli sapendo che il tuo patrimonio è nelle mani di professionisti, allora il risparmio gestito può essere una soluzione interessante.

Differenze fiscali tra risparmio gestito e amministrato

Uno dei principali aspetti da considerare è la tassazione sui guadagni. In entrambi i casi, le plusvalenze sono tassate al 26% o al 12,50% per certi strumenti, ma c’è una differenza importante nel modo in cui vengono calcolate le imposte.

  • Risparmio amministrato: le imposte vengono calcolate e pagate dalla banca ogni volta che realizzi un guadagno (quindi quando vendi un titolo con profitto).
  • Risparmio gestito: nel risparmio gestito, invece, la tassazione avviene solo quando effettivamente decidi di disinvestire e prelevare il denaro dall’investimento.

Questa differenza può essere importante: nel risparmio gestito puoi beneficiare dell’effetto della capitalizzazione composta, visto che i guadagni vengono reinvestiti senza subire tassazioni immediate. In poche parole, se hai pazienza e tieni l’investimento a lungo termine, i tuoi guadagni possono crescere senza che il fisco “disturbi” troppo.

Quale scegliere?

Arriviamo alla domanda fatidica: meglio risparmio gestito o amministrato? Dipende da te! Se ami avere il controllo totale sui tuoi soldi e hai tempo e competenze per gestirli in autonomia, il risparmio amministrato può essere una scelta valida.

Al contrario, se preferisci delegare le scelte d’investimento a dei professionisti e puntare su un servizio “chiavi in mano”, il risparmio gestito è la strada da percorrere.

Ecco qualche esempio per chiarirti le idee:

  • Sei appassionato di mercati finanziari, ti piace analizzare le azioni delle aziende e vuoi comprare e vendere titoli da solo o con l’aiuto di un consulente? Risparmio amministrato.
  • Hai un lavoro impegnativo, vuoi mettere da parte dei soldi senza stress e vuoi che qualcuno li gestisca per te? Risparmio gestito.

Alcuni costi da tenere a mente

  • Commissioni di gestione (risparmio gestito): vanno dal 0,5% al 2% annuo, a seconda del tipo di fondo o gestione.
  • Commissioni di compravendita (risparmio amministrato): ogni volta che compri o vendi un titolo, paghi una percentuale sulla transazione.
  • Tassazione: su entrambi i tipi di risparmio, le plusvalenze sono tassate al 26% (o al 12,50%), ma ricordati del differente timing della tassazione tra amministrato e gestito, e della possibilità, solo per quest’ultimo regime (il gestito), di compensare “minus-valenze” e “plus-valenze” a determinate condizioni; la compensazione tra minusvalenze e plusvalenze è consentita solo se realizzate nello stesso periodo d’imposta o in quelli successivi, fino a un massimo di quattro anni.

Fine: questa volta spero di essere riuscito a mantenere la promessa di brevità e semplicità.

E dunque

Non c’è una scelta migliore in assoluto tra risparmio gestito e amministrato, ma c’è la scelta giusta per te. Valuta quanto tempo e competenze vuoi (e puoi) dedicare ai tuoi investimenti, considera i costi e il livello di controllo che vuoi mantenere sul tuo portafoglio. L’importante è fare una scelta consapevole, basata sui tuoi obiettivi finanziari e sulla tua disponibilità a correre rischi. E tieni anche a mente che non è vietato adottare per i propri investimenti una soluzione mista: Gestita (per esempio con una Gestione Patrimoniale affidata alla propria banca) e Amministrata (per esempio con un nostro Portafoglio titoli, costruito magari con l’aiuto di un consulente nella stessa banca).

Perchè no?

UfficioFinanza.it – Domenico Guercia

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