Hai mai sentito dire: “Questa azione ha un P/E troppo alto, non la tocco nemmeno”? Oppure: “Un P/E basso è un’occasione d’oro!”?
Ecco, se anche tu ti sei trovato a pensare “Ok, ma cosa diavolo significa ‘sto P/E?”, sei nel posto giusto. In questo articolo ti porto alla scoperta del rapporto prezzo/utili, alias Price/Earnings ratio, uno degli strumenti più usati, e abusati, per valutare se un’azione è “cara” o “economica”.
Spoiler: non è così semplice come sembra. Ma niente panico: te lo spiego passo passo, con esempi, rischi, vantaggi e un paio di sorprese.
Prima di tutto: che cos’è il P/E?
Il rapporto P/E è l’abbreviazione di Price/Earnings, cioè Prezzo dell’azione / Utili per azione (EPS – Earnings Per Share).
In pratica, ti dice quanti euro sei disposto a pagare oggi per ogni euro di utile che l’azienda genera ogni anno.
Formula:
P/E = Prezzo dell’Azione / Utili per Azione (EPS)
Esempio semplice:
Se un’azione costa 100 € e l’azienda guadagna 5 € per azione all’anno, il P/E sarà:
100 / 5 = 20
Cosa vuol dire? Che stai pagando 20 euro per ogni euro di profitto che quella società genera in un anno. In altre parole: ci vogliono 20 anni di utili, se tutto rimanesse uguale, per ripagare l’investimento.
Perché è importante (ma non decisivo)?
Il P/E è un modo veloce per valutare quanto il mercato sta “prezzando” una società rispetto ai suoi guadagni. È un termometro, non una diagnosi.
Un P/E alto può voler dire:
- Che il mercato si aspetta crescita futura (es. aziende tecnologiche)
- Oppure che l’azione è sopravvalutata
Un P/E basso può voler dire:
- Che l’azione è sottovalutata e quindi interessante
- Oppure che il mercato non si fida della sostenibilità degli utili
Tradotto: il P/E da solo non basta per decidere se comprare o vendere. Ma è un ottimo punto di partenza.
Tipologie di P/E: non sono tutti uguali!
Occhio: non esiste un solo tipo di P/E. Ecco le varianti principali:
- Trailing P/E: usa gli utili passati (solitamente ultimi 12 mesi). È il più comune.
- Forward P/E: usa le stime degli utili futuri. Più utile, ma anche più incerto.
- Shiller P/E (CAPE): media degli utili degli ultimi 10 anni, aggiustata per l’inflazione. Ideale per analisi a lungo termine.
Qual è un “buon” P/E? Dipende!
Non esiste un valore perfetto. Però qualche linea guida te la do.
In generale:
- P/E < 10: può indicare un’azione sottovalutata o un’azienda in difficoltà
- P/E 15–20: nella media storica (ma dipende dal settore)
- P/E > 25: o sei di fronte a una superstar in crescita o a una bolla
Esempio concreto:
Azienda | Prezzo | EPS (utili) | P/E |
---|---|---|---|
Enel | 6 € | 0,6 € | 10 |
Ferrari | 300 € | 10 € | 30 |
Netflix (nel 2021) | 500 € | 5 € | 100 |
Ferrari ha un P/E più alto di Enel: significa che gli investitori si aspettano una crescita degli utili molto maggiore.
Vantaggi del P/E
- Semplice da calcolare e capire
- Ti aiuta a paragonare diverse aziende
- È utile per farsi un’idea iniziale
Svantaggi del P/E
- Non tiene conto dei debiti, né del settore
- Può essere fuorviante in caso di utili molto bassi o negativi
- Non basta da solo: va integrato con altri indicatori (come il P/B, il ROE, il PEG…)
Quando usare il P/E?
È particolarmente utile:
- Se vuoi confrontare aziende simili nello stesso settore
- Se cerchi azioni sottovalutate
- Per uno screening iniziale, prima di fare analisi più approfondite
Attenzione però: non usarlo come unico criterio di scelta. Altrimenti è come scegliere un’auto guardando solo il colore.
Tassazione e commissioni: cosa considerare?
Quando investi in azioni tenendo d’occhio il P/E:
- La tassazione sui capital gain è al 26% in Italia (se hai guadagni)
- Se ricevi dividendi, anche quelli sono tassati al 26%
- Commissioni di acquisto/vendita dipendono dalla banca o piattaforma (es. Fineco, Degiro, Banca Sella, ecc.)
Se fai un’analisi sul P/E, tieni conto del costo totale di investimento, altrimenti rischi di perdere margine utile.
Dove trovare il P/E di un’azione?
Siti come:
- Yahoo Finance
- Morningstar
- Borsa Italiana
- TradingView
- MarketScreener
Offrono gratuitamente il dato P/E, sia attuale che forward.
Il P/E è utile, ma solo se lo usi con la testa
In conclusione, il P/E è uno strumento potente, ma non è la bacchetta magica dell’investitore. Se lo usi per quello che è, un indicatore di valutazione iniziale, non la verità assoluta, può aiutarti a evitare tanti errori grossolani.
Il mio consiglio? Non inseguire solo il P/E basso o quello alto, ma chiediti sempre:
- Gli utili sono sostenibili?
- L’azienda ha prospettive di crescita?
- Come si comporta rispetto ai concorrenti?
E ricorda: il mercato può essere irrazionale anche con un P/E perfetto.
Buon investimento!
UfficioFinanza.it – Domenico Guercia