A parte gli scherzi e le metafore, questa è una domanda che i clienti, che investono in obbligazioni, fanno spesso in banca: che vuol dire “comprare un’obbligazione a 100 e rivenderla a 98?”
L’acquisto di un’obbligazione “a 100”
Quando si dice che hai acquistato un’obbligazione a 100, stiamo parlando del prezzo nominale dell’obbligazione, che è spesso pari a 100, o per meglio dire 100% del valore nominale. In pratica, se l’obbligazione ha un valore nominale di 1.000 €, tu l’hai pagata esattamente quella cifra. Il “100” non rappresenta l’ammontare in denaro, ma piuttosto la percentuale del valore nominale.
Un esempio pratico:
Immagina di comprare un’obbligazione che ha un valore nominale di 10.000 €. Se la compri “a 100”, stai pagando esattamente 10.000 €. In questo caso, tutto sembra lineare: tu paghi il valore nominale dell’obbligazione e conti di recuperare lo stesso alla scadenza, insieme agli eventuali interessi.
Rivenderla “a 98”: che significa?
Quando si dice che hai rivenduto un’obbligazione “a 98”, vuol dire che non sei riuscito a recuperare il prezzo intero che hai pagato. Invece di rivenderla a 100, l’hai ceduta al 98% del valore nominale. Se l’obbligazione ha un valore nominale di 10.000 €, ora stai ottenendo solo 9.800 €. Quindi hai perso 200 € rispetto a quanto l’hai pagata.
Ma perché si verifica questa situazione? I motivi possono essere vari:
- Variazione dei tassi d’interesse: Se i tassi d’interesse di mercato salgono, le nuove obbligazioni emesse offriranno tassi più alti. Questo rende meno appetibili le obbligazioni già in circolazione, che potrebbero avere tassi più bassi. Di conseguenza, il prezzo delle vecchie obbligazioni scende, e potresti doverle vendere a un prezzo inferiore rispetto a quanto le hai pagate, se le vendi in anticipo.
- Rischio di credito: Se l’emittente dell’obbligazione vede peggiorare la sua situazione finanziaria, il rischio che non possa ripagare il debito aumenta, e il prezzo delle sue obbligazioni scende. Gli investitori, che eventualmente acquistano quell’obbligazione, vogliono un rendimento maggiore per compensare il rischio.
- Scadenza dell’obbligazione: Se ti trovi in una fase in cui l’obbligazione è vicina alla scadenza, il prezzo può variare in base alle aspettative future sugli interessi o sul credito.
Un esempio dalla realtà
Come sempre un esempio vale più di mille parole, e allora parto dall’esempio di una obbligazione, realmente emessa da una banca nell’ottobre 2024. Eccolo:
Una banca emette una obbligazione della durata di 30 mesi (2 anni e mezzo) al tasso fisso del 2,75%, con cedole semestrali, riservata al “denaro fresco” della clientela (taglio minimo 1.000 euro), con data inizio godimento 15 ottobre 2024, prezzo di emissione a 100, prezzo di rimborso a 100. Un cliente acquista 10mila euro (con “denaro fresco”) di questa obbligazione al prezzo di 100 proprio il 15 ottobre 2024. Dopo 12 mesi esatti (quindi un anno dopo), a causa di una necessità personale, dice alla banca di voler vendere la sua obbligazione da 10mila euro. La sua banca la mette in vendita al prezzo di 98. Considerato che la tassazione sugli interessi è del 26% e che le cedole sono semestrali: cosa succede al conto corrente del cliente (addebito prezzo e accredito cedole) quando acquista l’obbligazione a 100 il 15 ottobre 2024 e quando la vende a 98 (accredito prezzo e cedole) 12 mesi dopo? E cosa succede al conto corrente di chi compra questa obbligazione (addebito prezzo e accredito cedole) a 98, dal momento dell’acquisto fino al momento della sua scadenza (rimborso e accredito cedole)? E cosa sarebbe successo se il primo cliente avesse tenuto la sua obbligazione fino a scadenza?
Ok, facciamo un po’ di chiarezza su quello che succede al conto corrente del cliente che acquista e a quello di chi compra. Vediamo il tutto passo passo.
Acquisto dell’obbligazione il 15 ottobre 2024
- Data: 15 ottobre 2024
- Importo investito: 10.000 €
- Prezzo di acquisto: 100
- Tasso cedolare: 2,75% annuale
- Cedole: Pagamento semestrale
Quando il primo cliente acquista, con “denaro fresco”, l’obbligazione a 100 il 15 ottobre 2024, il suo conto corrente subisce un addebito di 10.000 €, corrispondente al capitale investito. Le cedole semestrali previste saranno pari al 2,75% annuale sul capitale nominale, ovvero 137,50 € ogni sei mesi (275,00 € in un anno).
Piccolo passo indietro: acquistare con “denaro fresco” significa che i fondi utilizzati per comprare l’obbligazione devono essere soldi nuovi, ossia non già depositati presso quella banca, ma trasferiti da un’altra banca o provenienti da risorse esterne (per es. nuova liquidità depositata per la vendita di un immobile). Spesso le banche usano questo tipo di offerta per incentivare l’afflusso di nuovi capitali, senza semplicemente riutilizzare i fondi già in deposito; più la banca riesce a raccogliere nuova liquidità, più può utilizzarla per finanziare nuove attività o prestiti, migliorando la propria posizione di mercato.
In pratica, un cliente di quella banca con un conto corrente che ha già 10.000 euro di saldo che non arrivano da un’altra banca o da altre risorse, non sta apportando denaro fresco e non può beneficiare di quell’offerta su quella obbligazione specifica.
Torniamo a noi. Teniamo presente che la tassazione sugli interessi è del 26%. Quindi, dopo il prelievo fiscale, il suo accredito netto per ogni cedola sarà di:
- Cedola semestrale lorda: 137,50 €
- Tassazione: 26% su 137,50 € = 35,75 €
- Netto accreditato: 137,50 € – 35,75 € = 101,75 €
Quindi, sul suo conto corrente il cliente vedrà l’accredito di 101,75 € ogni sei mesi fino alla vendita o fino alla scadenza dell’obbligazione.
Prima cedola (15 aprile 2025)
Il cliente è proprietario dell’obbligazione per tutto il primo semestre (dal 15 ottobre 2024 al 15 aprile 2025), quindi riceverà la prima cedola il 15 aprile 2025. Vedrà accreditata sul conto:
- Cedola lorda: 137,50 €
- Cedola netta (dopo il 26% di tassazione): 101,75 €
Vendita dopo 12 mesi: 15 ottobre 2025
A causa di una necessità personale improvvisa, il primo cliente decide di vendere l’obbligazione un anno dopo, in anticipo rispetto alla scadenza, cioè il 15 ottobre 2025. In quel momento, la banca dice al cliente che il prezzo di vendita è 98 (sul mercato secondario), quindi incasserà 9.800 €.
Comunque, prima, bisognerà aspettare che qualche cliente la compri e inoltre teniamo presente che questa “vendita” non si può fare se non è finita la fase di “collocamento”. La fase di collocamento di un prestito obbligazionario è il periodo durante il quale le obbligazioni vengono offerte agli investitori, che possono sottoscriverle prima che inizino a essere scambiate sul mercato secondario.
In questo esempio, supponiamo plausibilmente che la fase di collocamento, dopo un anno, sia terminata. Nel frattempo, il primo cliente, prima della vendita, avrà già ricevuto due cedole:
- Prima cedola: 15 aprile 2025 = 101,75 €
- Seconda cedola: Il giorno della vendita, cioè il 15 ottobre 2025, riceverà la seconda cedola (dal 15 aprile al 15 ottobre 2025), pari a 101,75 € netti.
Ora, supponiamo per semplicità nei calcoli, che un secondo cliente della stessa banca voglia proprio quell’obbligazione in vendita e la compri quel giorno stesso.
Totale incassato dal primo cliente dopo la vendita
- Prezzo di vendita: 9.800 €
- Prima cedola (netta): 101,75 €
- Seconda cedola (netta): 101,75 €
Totale: 9.800 € + 101,75 € + 101,75 € = 10.003,50 €
Quindi, a fronte di un investimento di 10.000 €, il primo cliente (quello che compra all’emissione e vende in anticipo dopo un anno) incassa complessivamente 10.003,50 €. Praticamente, ha evitato perdite “per un pelo” grazie alle cedole, anche se ha venduto l’obbligazione a un prezzo inferiore a 100.
Inoltre, il cliente che ha venduto l’obbligazione, ha generato una minusvalenza di 200 euro in conto capitale (paga 10.000 riceve 9.800). Questa minusvalenza potrà essere utilizzata per compensare futuri guadagni (plusvalenze), riducendo così la tassazione sui futuri profitti. Se il cliente non realizza alcuna plusvalenza entro i 4 anni successivi, perderà però la possibilità di utilizzare questa compensazione. La compensazione può avvenire solo con plusvalenze da strumenti finanziari tassati al 26% e non si può compensare con cedole o dividendi.
La banca fornirà un documento fiscale che certifica la minusvalenza realizzata. Se il cliente opera con un regime fiscale amministrato (cioè se lascia che la banca gestisca le imposte per lui), la compensazione delle minusvalenze verrà fatta automaticamente. In caso di regime dichiarativo (se gestisce le imposte autonomamente), sarà lui a dover riportare la minusvalenza nella dichiarazione dei redditi.
Detto questo, andiamo avanti. Vediamo cosa succede al secondo cliente, quello che compra dal primo cliente l’obbligazione a “98”, dopo un anno dalla sua emissione, a collocamento ormai chiuso.
Che succede al conto corrente del compratore (15 ottobre 2025)
- Prezzo di acquisto: Il nuovo compratore acquista l’obbligazione proprio il 15 ottobre 2025 a 98, quindi avrà un addebito sul suo conto di 9.800 €; qui non è più necessario “denaro fresco”.
- Cedole: Dal momento dell’acquisto, il nuovo proprietario riceverà le rimanenti tre cedole previste fino alla scadenza. Ognuna sarà pari a 101,75 € netti, e verranno accreditate sul suo conto nelle seguenti date:
- 15 aprile 2026
- 15 ottobre 2026
- 15 aprile 2027
Quindi, il compratore incasserà 305,25 € netti in cedole fino alla scadenza.
Rendimento a scadenza per il compratore
Alla scadenza, il 15 aprile 2027, l’obbligazione verrà rimborsata a 100. Il compratore, che ha acquistato a 98, incasserà 10.000 € (cioè il valore nominale).
Totale incassato dal compratore:
- Cedole nette: 305,25 €
- Valore di rimborso: 10.000 €
Totale: 10.305,25 €
Il compratore ha quindi realizzato un guadagno di 505,25 € (10.305,25 € – 9.800 €) grazie all’acquisto a sconto (a 98) e alle cedole ricevute.
E cosa sarebbe successo se il primo cliente avesse tenuto l’obbligazione fino a scadenza?
Se il primo cliente avesse invece tenuto l’obbligazione fino alla sua scadenza naturale, cioè il 15 aprile 2027, avrebbe incassato tutte le cedole e il rimborso del capitale. Vediamo in dettaglio:
- Cedole: Riceverà 5 cedole in totale durante i 30 mesi:
- 15 aprile 2025
- 15 ottobre 2025
- 15 aprile 2026
- 15 ottobre 2026
- 15 aprile 2027
- Rimborso: Alla scadenza, il 15 aprile 2027, riceverà il rimborso del capitale, pari a 10.000€.
Totale incassato:
- Cedole nette: 508,75 €
- Rimborso capitale: 10.000 €
Totale: 10.508,75 €
Risultato finale: il primo cliente avrebbe guadagnato 508,75 € in totale, mantenendo l’obbligazione fino alla scadenza.
Brevemente
- Se il primo cliente vende dopo 12 mesi a 98, incassa 10.003,50 €, praticamente pari al capitale iniziale grazie alle cedole.
- Il compratore che acquista a 98 vedrà un guadagno netto di 505,25 € grazie al prezzo scontato e alle cedole residue.
- Se il primo cliente avesse tenuto l’obbligazione fino a scadenza, avrebbe guadagnato 508,75 € in totale.
Riflessioni finali
Acquistare un’obbligazione a 100 e rivenderla a 98 è una situazione che può accadere a qualsiasi investitore, ma la lezione più importante è imparare a gestire e comprendere i rischi. Investire in obbligazioni non è sempre così semplice come sembra, e una corretta analisi dei propri obiettivi, degli orizzonti temporali, del mercato e dell’emittente può fare la differenza.
Buona vendita a 101!
UfficioFinanza.it – Domenico Guercia