Hai mai visto o letto sui giornali specializzati i termini denaro e lettera? No, non sto parlando di banconote o cartoline, ma di due concetti fondamentali nel mondo degli investimenti e dei mercati finanziari.
Forse ti sembrerà banale parlare di questi concetti in un blog di finanza, ma io scrivo anche per me stesso, e la comprensione di questi termini ci aiuta a diventare investitori più consapevoli e preparati, per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal mercato.
Cosa sono “Denaro” e “Lettera”?
Denaro e Lettera sono i prezzi che vedrai quando compri o vendi uno strumento finanziario, come un’azione, un’obbligazione o un ETF.
- Prezzo Denaro (Bid-Offerta): È il prezzo massimo che un compratore è disposto a pagare per un certo strumento finanziario.
- Prezzo Lettera (Ask-Richiesta): È il prezzo minimo che un venditore è disposto ad accettare per lo stesso strumento.
In altre parole, se vuoi comprare un’azione, pagherai il prezzo lettera. Se invece vuoi vendere, otterrai il prezzo denaro. La differenza tra i due prezzi viene chiamata spread denaro-lettera e rappresenta il costo implicito della transazione.
Facciamo un esempio pratico
Immagina di voler comprare delle azioni di una società tecnologica che ti piace. Vedi nel book ordini (dove vengono elencati tutti gli ordini di acquisto e vendita) che il prezzo denaro è di €100 e il prezzo lettera è di €102.
- Se vuoi comprare, dovrai pagare il prezzo lettera di €102 per azione, che è il prezzo che i venditori stanno chiedendo.
- Se vuoi vendere, dovrai accettare il prezzo denaro di €100, che è il prezzo che i compratori sono disposti a pagare.
Lo spread denaro-lettera, in questo caso, è €2. Questo significa che, in caso di una transazione immediata (compri e rivendi immediatamente), c’è una sorta di “perdita implicita” di €2 per azione, che devi considerare quando calcoli il tuo potenziale profitto o perdita.
Perché esiste lo spread?
Lo spread è la differenza tra domanda e offerta, ed esiste per una ragione molto semplice: rischio e guadagno. I market maker, ovvero coloro che fanno da “ponte” tra compratori e venditori, guadagnano proprio grazie a questa differenza. Il loro obiettivo è comprare a un prezzo più basso (denaro) e vendere a uno più alto (lettera), realizzando così un profitto sul volume delle transazioni.
Ma attenzione: lo spread può variare in base alla liquidità del mercato. In mercati molto liquidi (come quelli delle grandi aziende quotate), lo spread tende a essere molto basso, a volte anche solo di pochi centesimi. Nei mercati meno liquidi o con strumenti finanziari meno scambiati, lo spread può essere molto ampio e diventare un fattore importante nella scelta dell’investimento.
Cosa influenza Denaro e Lettera?
Diversi fattori possono influenzare i prezzi di denaro e lettera:
- Liquidità: Se ci sono molti compratori e venditori, lo spread sarà ridotto. Se ci sono poche transazioni, lo spread tende a crescere.
- Volatilità: In periodi di forte volatilità, lo spread può aumentare perché i market maker si prendono maggiori rischi nell’accettare ordini.
- Orario di mercato: All’inizio e alla fine della giornata di trading, lo spread può essere più ampio per via della minore liquidità o incertezze.
Come impatta lo spread sulle tue operazioni?
Lo spread ha un impatto diretto sul costo delle tue operazioni e quindi sui tuoi profitti. Vediamolo con un esempio semplice:
- Se compri un’azione a €102 (prezzo lettera) e il prezzo denaro è €100, appena concludi la transazione, sarai già “in perdita” di €2. Questo perché, se dovessi rivenderla subito, otterresti solo il prezzo denaro.
- Quindi, il prezzo dell’azione deve aumentare almeno a €104 (o più, considerando le commissioni) affinché tu possa fare un profitto netto.
Lo spread è un costo che devi tenere in considerazione, specialmente se fai trading. Se il tuo obiettivo è guadagnare con piccole oscillazioni di prezzo, uno spread elevato potrebbe “mangiare” gran parte dei tuoi potenziali guadagni.
Come minimizzare l’impatto dello spread?
Ci sono alcuni modi per minimizzare l’impatto dello spread quando investi:
- Scegli strumenti liquidi: Investi in titoli con volumi elevati di scambi giornalieri, perché di solito hanno spread più bassi.
- Evita ordini a mercato: Usa ordini limitati, specificando tu stesso il prezzo a cui sei disposto a comprare o vendere. In questo modo, non sarai costretto ad accettare il prezzo denaro o lettera e potrai ottenere un prezzo più vantaggioso.
- Attendi momenti di maggiore volatilità: A volte, gli spread si restringono quando il mercato si stabilizza dopo una fase di volatilità. Evitare gli orari di apertura e chiusura può ridurre i rischi di spread più ampi.
- Valuta l’impatto del volume: Se hai intenzione di acquistare grandi quantità di un titolo, lo spread potrebbe impattare maggiormente, quindi occhio al book ordini e ai volumi.
Lo spread e le commissioni: attenzione doppia!
Ricorda, lo spread non è l’unico costo che dovrai considerare. Commissioni e tassazione si sommano al costo complessivo dell’operazione. Le commissioni variano a seconda del broker che utilizzi e del tipo di strumento che stai trattando, quindi è importante fare un confronto tra le diverse piattaforme.
Anche la tassazione gioca un ruolo importante. In Italia, i guadagni di capitali sono soggetti a una tassa del 26% tranne nel caso di alcuni strumenti specifici come i Titoli di Stato, che hanno una tassazione agevolata del 12,5%, e questo solo per fare un accenno sulla questione.
Quando conviene operare?
Operare nei mercati finanziari non è un gioco e ogni decisione va presa con attenzione. Il momento migliore per entrare in un’operazione dipende da diversi fattori:
- Liquidità del mercato: Se il mercato è liquido e lo spread è ridotto, potrebbe essere un buon momento per entrare, soprattutto se hai individuato una buona opportunità.
- Volatilità: Se il mercato è altamente volatile, potresti aspettare che si stabilizzi per evitare di incorrere in spread troppo elevati.
In ogni caso, come sempre, informati bene e considera tutti i costi associati prima di fare un investimento con queste modalità. Anche piccole differenze possono avere un impatto significativo sui guadagni!
Un po’ di STORIA…
I termini visti prima di “denaro” e “lettera” hanno radici storiche molto interessanti che risalgono ai primi mercati borsistici. Ecco cosa ho trovato e sintetizzato.
Il termine “Denaro”
Il termine “denaro” deriva dalla parola latina denarius, che era una moneta romana usata nel mondo antico. Con il passare del tempo, il termine è stato utilizzato per indicare il concetto di denaro in generale. Ma come è arrivato questo termine a rappresentare il prezzo di acquisto nei mercati finanziari?
L’evoluzione è avvenuta nei primi mercati organizzati, come le borse merci e le prime borse valori europee. Nei mercati fisici, i compratori portavano con sé denaro (cioè monete) per fare le loro offerte d’acquisto. Quindi, quando si parlava del prezzo che i compratori erano disposti a pagare, si indicava questo come il “denaro”, il prezzo massimo che qualcuno offriva per ottenere una merce o un titolo.
Questo utilizzo si è consolidato nelle contrattazioni finanziarie man mano che i mercati si sono formalizzati e sono diventati elettronici, dove il concetto di “denaro” rimane ancora il prezzo più alto che un compratore è disposto a pagare per un asset.
Il termine “Lettera”
“Lettera” ha una derivazione un po’ più curiosa e meno immediata. Il termine si riferisce alle offerte di vendita che i venditori facevano in passato tramite lettere o proposte scritte. Nei primi mercati finanziari organizzati, i venditori facevano conoscere le loro intenzioni di vendita attraverso delle lettere formali indirizzate ai compratori o ai mercati stessi.
Quindi, chi voleva vendere un’azione, una merce o un altro strumento finanziario inviava una “lettera” con il prezzo richiesto. Questa pratica è stata adottata per molti anni fino a quando non si è passati a un sistema di ordini diretti e contrattazioni dal vivo. La “lettera” è diventata dunque il prezzo minimo che un venditore è disposto ad accettare per il suo titolo.
Il passaggio dai mercati fisici ai mercati elettronici
Con il tempo, questi termini si sono evoluti e sono passati dai mercati fisici delle borse valori agli attuali mercati elettronici e digitali, ma la sostanza è rimasta la stessa. Oggi, denaro e lettera rappresentano i prezzi bid e ask che vediamo quotidianamente sui terminali finanziari, e sono parte integrante del linguaggio borsistico.
Inoltre, lo spread denaro-lettera continua a rappresentare quella differenza tra domanda e offerta che esiste da sempre in ogni mercato, dai mercati antichi a quelli moderni. Anche se oggi i mercati sono dominati da algoritmi e piattaforme elettroniche, le dinamiche di base sono le stesse: il compratore cerca il prezzo migliore per acquistare, e il venditore cerca il prezzo più alto per vendere.
Un’analogia moderna
Se ci pensi, questa dinamica la vediamo ancora oggi nei mercati fisici, per esempio in un mercato all’ingrosso di frutta e verdura. Il venditore annuncia il suo prezzo (che sarebbe la “lettera”), mentre il compratore fa la sua offerta (che sarebbe il “denaro”). Solo quando queste due aspettative si incontrano si chiude la transazione. Allo stesso modo, nei mercati finanziari, compratori e venditori negoziano costantemente su prezzi di acquisto e vendita, cercando di ottenere il miglior affare possibile.
Ecco perchè “denaro” e “lettera” : sono termini collegati a pratiche di contrattazione antiche, che ci riportano alle origini del commercio e della finanza!
Spero di non averti annoiato!
UfficioFinanza.it – Domenico Guercia