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Conosci Te Stesso (e il tuo Consulente)

Quando un cliente, o una cliente, si siede di fronte a me per parlare di investimenti, la prima cosa che faccio non è chiedere quanto denaro voglia investire. Sarebbe troppo facile. In realtà, costruire un portafoglio di investimenti personalizzato è come cucire un abito su misura: ci sono tantissimi dettagli da valutare prima di tirare fuori le forbici (o in questo caso, i grafici e i fondi). Non posso darti una risposta se non ti conosco meglio. E tu, prima di incontrare un consulente finanziario, cosa devi sapere? Ecco una piccola guida che ti porterà verso la strada degli investimenti intelligenti.

Partiamo dalle domande fondamentali: cosa ti chiederà un consulente finanziario

Prima di iniziare a parlare di numeri, un buon consulente finanziario fa delle domande fondamentali. Non si tratta di curiosità, ma di elementi essenziali per costruire un portafoglio che faccia al caso tuo.

  1. Quali sono i tuoi OBIETTIVI di investimento? Voglio essere chiaro fin da subito: non esiste un portafoglio universale che funzioni per tutti. Le tue necessità sono diverse da quelle del tuo vicino o del tuo collega. Vuoi comprare una casa tra 5 anni? Stai pensando alla pensione? O magari stai risparmiando per gli studi dei figli? I tuoi obiettivi influenzeranno il tempo che dedichi all’investimento e, di conseguenza, il livello di rischio che puoi permetterti.
    Esempio: Se un cliente mi dice che vuole acquistare una casa fra tre anni, sarà necessario un portafoglio meno volatile rispetto a chi mi dice che vuole accumulare capitale per la pensione fra vent’anni.
  2. Qual è il tuo ORIZZONTE TEMPORALE? Più tempo hai, più sei libero di prendere qualche rischio in più. Il motivo è semplice: i mercati sono volatili a breve termine, ma tendono a crescere nel lungo periodo. Se, invece, hai un orizzonte breve, sarai costretto a scegliere investimenti più sicuri e, molto probabilmente, con rendimenti più contenuti.
    Esempio: Un cliente di 30 anni che vuole accumulare risparmi per la pensione può permettersi un portafoglio azionario aggressivo, mentre un sessantenne prossimo alla pensione avrà bisogno di un portafoglio più conservativo.
  3. Qual è la tua PROPENSIONE AL RISCHIO? C’è chi dorme tranquillamente anche quando il mercato scende del 10% in una settimana e chi, al primo segno di tempesta, è già pronto a vendere tutto. Tu che tipo di investitore sei? Questo è un punto fondamentale: il rischio è il prezzo da pagare per ottenere un rendimento. Devi essere pronto a tollerare delle oscillazioni nel valore del tuo portafoglio, ma questo dipende da quanto ti senti a tuo agio.
    Esempio: Se sei molto avverso al rischio, magari preferirai una percentuale maggiore di obbligazioni e strumenti a reddito fisso, rispetto a chi è più disposto a rischiare e si concentrerà sulle azioni.
  4. Qual è la tua SITUAZIONE FINANZIARIA attuale? Quanto guadagni è importante, certo, ma non è l’unico dato che conta. Quanta liquidità hai a disposizione? Hai debiti o altri impegni finanziari? Questi aspetti mi aiutano a capire quanta parte del tuo patrimonio puoi permetterti di investire e quanto devi mantenere liquido per eventuali emergenze.
    Esempio: Se un cliente ha un mutuo sulla casa e tre figli all’università, probabilmente il suo portafoglio dovrà essere più liquido e conservativo rispetto a chi ha meno responsabilità finanziarie.
  5. Quali sono le tue CONOSCENZE in materia di investimenti? Non si nasce tutti esperti di mercati finanziari, anzi! Per questo, capire il livello di conoscenza del cliente è cruciale per evitare di parlare in “finanziese” o, peggio, costruire un portafoglio troppo complicato da comprendere. Un buon consulente ti spiega sempre cosa sta facendo e perché.

Cosa deve avere chiaro il cliente prima di parlare con il consulente finanziario?

Ora, una piccola confessione: non basta sedersi davanti a un consulente finanziario con la speranza che faccia tutto il lavoro. Anche tu devi essere pronto! Ecco qualche dritta su cosa dovresti chiarire prima di iniziare a parlare seriamente di investimenti:

  • Obiettivi precisi: Chiediti perché stai investendo. È per la casa? Per la pensione? Vuoi un ritorno veloce o sei disposto ad aspettare?
  • Flessibilità: Quanto puoi realmente permetterti di perdere senza compromettere la tua vita quotidiana? Investire comporta sempre dei rischi.
  • Aspettative di rendimento: Non aspettarti miracoli. Un investimento con rendimenti “troppo belli per essere veri” probabilmente nasconde insidie. È importante avere aspettative realistiche.
  • Tassazione e commissioni: Sai quanto ti costa investire? Tra imposte e commissioni, il guadagno potrebbe essere inferiore a quanto immagini. È importante avere chiaro questo aspetto prima di iniziare.

Gli strumenti finanziari più comuni, da conoscere:

  1. Azioni: Perfette per chi cerca crescita a lungo termine, ma occhio alla volatilità. Più rischio, più rendimento (in teoria).
  2. Obbligazioni: Meno rischiose delle azioni, offrono un flusso costante di reddito, ma con rendimenti inferiori. Ne ho già parlato qui.
  3. Fondi comuni di investimento: Ottimi per chi preferisce una diversificazione immediata senza dover acquistare singoli titoli. Ne ho già parlato qui.
  4. ETF: Simili ai fondi comuni, ma con commissioni più basse. Ideali per chi vuole un mix di titoli senza costi elevati. Ne ho già parlato qui.
  5. Conti deposito e liquidità: Sicuri, ma non bisogna aspettarsi rendimenti stellari. Ne ho già parlato qui.

Un esempio pratico: Il portafoglio di Marta, una giovane professionista attenta al futuro

Marta, 40 anni, si rivolge a me perché vuole far crescere i suoi risparmi, ma senza prendere troppi rischi. Lavora come libera professionista e guadagna bene, ma ha poca esperienza nel mondo degli investimenti. Ha una casa di proprietà, non ha un mutuo o debiti particolari e il suo obiettivo principale è costruire un fondo che le permetta di andare in pensione con tranquillità, quando sarà il momento, senza prolungare la vita lavorativa e professionale oltre l’età prevista per legge. Infine mi ha detto che ha già un valido fondo previdenziale di categoria e non vuole attivare pensioni integrative. Marta vuole quindi un portafoglio che la faccia crescere nel tempo, senza però sacrificare la sicurezza e la stabilità.

Ecco come ho proceduto:

  1. Obiettivi e orizzonte temporale: Marta ha dichiarato di voler andare in pensione non appena il sistema glielo consentirà. Questo mi dice che ha un orizzonte temporale a lungo termine e che possiamo guardare a investimenti che abbiano un buon potenziale di crescita nel lungo periodo. Tuttavia, la sua avversione al rischio richiede un equilibrio tra crescita e sicurezza.
  2. Propensione al rischio: Marta non è completamente avversa al rischio, ma mi ha espresso il desiderio di non vedere forti fluttuazioni nel valore del suo portafoglio. Questo è un segnale chiaro che dovremo combinare asset più sicuri, come obbligazioni, con una parte di azioni per garantirle una crescita sufficiente. Una strategia bilanciata potrebbe essere perfetta per lei.
  3. Liquidità e emergenze: Marta non ha debiti e ha già un fondo di emergenza che copre sei mesi di spese. Questo mi permette di non dover riservare troppa liquidità nel portafoglio e concentrarmi su strumenti più produttivi.

La proposta di portafoglio per Marta:

  • 50% Azioni di alta qualità e a larga capitalizzazione (blue chips): Questi titoli tendono a essere meno volatili rispetto ad azioni di piccole e medie imprese, ma offrono comunque potenziale di crescita nel tempo. Le azioni rappresentano una componente importante per far crescere il capitale di Marta nel lungo periodo.
  • 30% Obbligazioni corporate e governative a medio termine: Questi strumenti garantiranno un flusso di entrate stabili sotto forma di cedole, limitando la volatilità del portafoglio e fornendo una certa sicurezza. Ho selezionato una combinazione di obbligazioni governative per la stabilità e corporate bond per un po’ di rendimento extra.
  • 10% Fondi indicizzati (ETF): Qui Marta beneficia della diversificazione a basso costo. Gli ETF le permetteranno di esporsi a un mix di mercati globali senza dover scegliere singoli titoli. Inoltre, le commissioni di gestione sono generalmente molto contenute rispetto ai fondi comuni tradizionali.
  • 10% in strumenti liquidi e conti deposito: Anche se non ci sono esigenze di emergenza immediata, ho comunque consigliato a Marta di mantenere una piccola porzione del portafoglio in liquidità per eventuali opportunità o necessità impreviste. Questo serve anche a ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.

Vantaggi e rischi:

  • Vantaggi: Marta avrà un portafoglio bilanciato che le consente di crescere, pur mantenendo una certa stabilità. L’esposizione agli ETF e alle azioni blue chips le permetterà di ottenere guadagni a lungo termine, mentre le obbligazioni forniranno protezione contro eccessive fluttuazioni.
  • Rischi: Anche se bilanciato, il portafoglio è comunque esposto al mercato azionario, quindi non è immune dalle fluttuazioni. Tuttavia, dato l’orizzonte temporale lungo, le probabilità che Marta raggiunga i suoi obiettivi sono alte, a patto che mantenga la disciplina e non si faccia influenzare da eventuali crisi di mercato.

Monitoraggio e revisione

Abbiamo deciso insieme una cosa di FONDAMENTALE IMPORTANZA: rivedere andamento e risultati del portafoglio ogni 6 mesi. Man mano che Marta si avvicinerà ai suoi obiettivi, sposteremo gradualmente parte degli investimenti azionari in strumenti più conservativi, come obbligazioni a breve termine o conti deposito, riducendo il rischio complessivo e preservando i guadagni accumulati.

Quindi, parla pure con il consulente, ma preparati!

Ora che sai cosa chiederti prima di sederti con un consulente finanziario e quali domande aspettarti, sei pronto per costruire il portafoglio perfetto. Ricorda che investire non è un gioco a premi: richiede pianificazione, disciplina e una buona dose di realismo. E il tuo consulente è lì per aiutarti a navigare tra le mille opzioni, ma tu devi essere parte attiva nel processo.

Quindi, prima di iniziare, prendi carta e penna e annota i tuoi obiettivi. Più sarai chiaro e preparato, più il consulente saprà guidarti verso scelte efficaci. L’importante è ricordare che ogni portafoglio è unico, proprio come lo sono i tuoi obiettivi e il tuo approccio al rischio.

Buona consulenza!

Ufficio finanza.it – Domenico Guercia

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