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I Certificati di Deposito

Cosa sono i Certificati di Deposito (CD) e come potresti investirci? In cosa si differenziano per esempio dalle Obbligazioni? Come al solito provo a parlarne senza troppi artifici. I Certificati di Deposito, anche se un po’ in disuso, sono uno strumento di investimento sempre valido e, con qualche accortezza, possono rappresentare una valida opzione per diversificare il proprio portafoglio.

Iniziamo con una classificazione dei CD. Esistono sostanzialmente due tipi: i CD non negoziabili e i CD negoziabili. I primi sono quelli tradizionali, che trovi nella tua banca di fiducia, con una data di scadenza fissa e un tasso di interesse predeterminato. Non puoi venderli prima della scadenza senza incorrere in penalità. I secondi, invece, sono negoziabili sul mercato secondario, il che significa che puoi venderli prima della loro scadenza senza penalità, ma il loro valore può fluttuare in base alle condizioni di mercato.

Ma, per capire meglio, come si differenziano per esempio dalle obbligazioni di cui abbiamo già parlato? Beh, le obbligazioni sono emesse, oltre che dalle banche, anche da entità governative o aziendali per finanziare progetti e operazioni. I CD, d’altra parte, sono emessi principalmente dalle banche come strumento di raccolta fondi. Mentre le obbligazioni possono avere scadenze molto lunghe, fino a 30 anni o più, i CD di solito hanno scadenze più brevi, di solito da un mese a cinque anni. Inoltre, i CD offrono in genere tassi di interesse più bassi rispetto alle obbligazioni, riflettendo il loro minor rischio di credito dato che sono spesso assicurati fino a un certo importo.

Facciamo un esempio pratico per chiarire le idee. Immagina di avere 10.000€ da investire e stai considerando un CD non negoziabile con una scadenza di 2 anni e un tasso di interesse annuo lordo del 2%. Decidi di procedere e dopo due anni riceverai 10.404€ lordi, calcolando l’interesse composto annualmente. Semplice, sicuro e prevedibile, il che lo rende un’opzione attraente se cerchi di evitare i rischi del mercato azionario o delle obbligazioni di aziende con rating basso.

Tassazione dei C.D.

I certificati di deposito (CD) emessi dalle banche in Italia sono soggetti a una tassazione simile a quella dei conti deposito. Ecco le tasse applicabili ai certificati di deposito:

  1. Imposta sui Redditi da Capitale (Ritenuta Fiscale)
    • Gli interessi maturati sui certificati di deposito sono soggetti a una ritenuta fiscale del 26%. Questo importo viene trattenuto direttamente dalla banca e versato allo Stato.
  2. Imposta di Bollo
    • Anche i certificati di deposito sono soggetti all’imposta di bollo. Attualmente, l’imposta di bollo è pari allo 0,2% del valore nominale del certificato di deposito su base annua.

I Rischi

I Certificati di Deposito sono spesso visti come investimenti a basso rischio, ma, come per ogni investimento, presentano delle insidie che è bene conoscere prima di firmare qualsiasi cosa.

Prima di tutto, il rischio di tasso d’interesse. Immagina di aver bloccato i tuoi soldi in un CD con un tasso d’interesse del 2% per due anni. Se i tassi di interesse salgono al 3% o 4% dopo sei mesi, ti ritroverai a rimuginare sulla tua scelta, visto che il tuo denaro è impegnato a un tasso inferiore rispetto a quello attuale del mercato. In pratica, hai perso l’opportunità di guadagnare di più.

Poi c’è il rischio di liquidità. I CD richiedono che tu lasci i tuoi soldi fermi per un periodo predefinito. Se ti capita di aver bisogno di quei soldi prima della scadenza, dovrai pagare una penale per il ritiro anticipato. Questa penale può erodere una parte significativa degli interessi accumulati o, nei casi peggiori, intaccare anche il capitale.

Non dimentichiamo il rischio di credito. Anche se è raro, esiste la possibilità che la banca o l’istituto finanziario che emette il CD possa fallire. I tuoi depositi sono sì assicurati fino a un certo limite (per esempio, in Europa fino a 100.000 euro per depositante per banca, il cosìdetto Bail-In), ma se l’importo del tuo CD supera questo limite, potresti non recuperare l’intera somma.

Infine, consideriamo il rischio inflazionistico. Supponiamo che l’inflazione aumenti rapidamente durante il periodo del tuo CD, erodendo il potere d’acquisto del denaro. Quindi, anche se stai guadagnando interessi, il valore reale dei tuoi soldi potrebbe diminuire nel tempo se l’inflazione supera il tasso di interesse che stai guadagnando.

In conclusione, i Certificati di Deposito possono essere un’opzione interessante per chi cerca un investimento a basso rischio, ma è fondamentale essere sempre consapevoli dei rischi associati, anche quando sono bassi. Come sempre, la diversificazione è la chiave per mitigare i rischi: non mettere mai tutte le tue uova in un solo paniere, anche se quel paniere sembra comodo e sicuro!

Buon investimento!

UfficioFinanza.it – Domenico Guercia

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