Grazie ad un caro collega di vecchia data (Gianfranco V.), ricevo un suggerimento fondamentale per colmare una lacuna del mio articolo sul BITCOIN: la tassazione delle criptovalute in Italia. L’argomento è così importante e poco conosciuto, che ho deciso di scrivere un’articolo dedicato: grazie Gianfranco!
Per l’Agenzia delle Entrate, le criptovalute come il Bitcoin sono considerate attività finanziarie e, pertanto, sono soggette a tassazione. Le plusvalenze, ossia i guadagni ottenuti dalla vendita di criptovalute, sono tassate al 26%, analogamente alle rendite finanziarie. Questo significa che, se vendi Bitcoin e realizzi un profitto, dovrai pagare il 26% di tasse su quel guadagno. Ma non è tutto qui, c’è altro da sapere per evitare brutte sorprese.
Come Vengono Tassate le Criptovalute in Italia?
In Italia, le criptovalute sono considerate beni immateriali e vengono tassate di conseguenza. Come ho già detto, la tassazione si applica principalmente alle plusvalenze, ossia ai guadagni ottenuti dalla vendita delle criptovalute. Se vendi Bitcoin o altre criptovalute a un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto, dovrai pagare un’imposta sostitutiva del 26% sul guadagno. Questo vale sia quando converti le criptovalute in euro, sia quando le utilizzi per acquistare beni o servizi.
Il 28 febbraio 2024, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato i modelli e le istruzioni per il Modello Unico Redditi Persone Fisiche 2024, destinato alla dichiarazione dei redditi per l’anno 2023, segnando l’inizio di una nuova era fiscale per tutti i contribuenti coinvolti nel mondo delle criptovalute.
Inoltre, l’IMPOSTA DI BOLLO, pari allo 0,2% (2 x MILLE), deve essere pagata annualmente e viene calcolata sul valore complessivo di tutte le criptovalute detenute al 31 dicembre. Il calcolo è semplice: si determina il valore di ogni criptovaluta al 31 dicembre, si divide il totale per 1.000 e si moltiplica per 2.
Quando Scatta l’Obbligo Fiscale?
L’obbligo di dichiarare le criptovalute e di pagare le tasse si presenta in diversi scenari:
- Soglia di Esenzione: NON sei tenuto a pagare tasse sulle plusvalenze (26%) se NON hai superato la soglia di €2.000 di redditi da criptovalute. La soglia di €2.000 è cumulativa per TUTTI i redditi percepiti da TUTTI i conti in criptovalute. 👉 Se il risultato è inferiore a €2.000 dovrai SOLO dichiarare le criptovalute nel quadro RW e pagare l’IVAFE (ne parlo dopo).
- Quindi SE: la plusvalenza è superiore a €2.000 dovrai dichiarare i redditi da criptovalute e versare il 26% sulla parte eccedente ad €2.000.
- Conversione in Euro: Quando vendi Bitcoin o altre criptovalute e converti in euro, la differenza tra il valore di acquisto e quello di vendita rappresenta una plusvalenza su cui viene applicata l’imposta del 26% al superamento della suddetta soglia.
- Scambi tra Criptovalute: Anche gli scambi tra diverse criptovalute possono generare plusvalenze tassabili, soprattutto se il valore delle monete scambiate varia notevolmente.
- Altre Transazioni: Le tasse si applicano anche se utilizzi i Bitcoin per acquistare beni o servizi (ma al momento questa eventualità è molto rara ).
Obblighi di Dichiarazione e Monitoraggio Fiscale
Oltre alla tassazione sulle plusvalenze, è importante ricordare l’obbligo di monitoraggio fiscale:
- Quadro RW e RT: Se detieni criptovalute su piattaforme estere o superi la soglia di esenzione, dovrai dichiarare tali attività nel quadro RW (per attività detenute all’estero) e nel quadro RT del modello Redditi PF.
- Documentazione: È fondamentale mantenere una documentazione chiara e dettagliata di tutte le transazioni effettuate. Ti consiglio di fare screenshot delle tue transazioni e di mantenere un registro dettagliato delle operazioni effettuate: possono salvarti da potenziali sanzioni in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Quadro RT e Quadro RW della Dichiarazione dei Redditi
Ormai li ho citati (quadri RT e RW) e devo per forza entrare in dettaglio, mi dispiace per la lungaggine, ma per me è importante. Entrambi i quadri sono importanti, ma servono a scopi diversi.
Quadro RT: è dedicato alla dichiarazione delle plusvalenze e minusvalenze derivanti dalla cessione di beni, inclusi strumenti finanziari e criptovalute. È qui che devi indicare i redditi generati dalle operazioni di compravendita di asset come i Bitcoin. Ecco alcuni punti chiave:
- Utilizzo: Compili il Quadro RT quando realizzi plusvalenze (o minusvalenze) da operazioni di vendita di criptovalute o altri strumenti finanziari.
- Imposta Sostitutiva: Le plusvalenze sono soggette a un’imposta sostitutiva del 26%. Devi riportare i corrispettivi delle vendite e i costi di acquisto per calcolare l’importo da tassare.
- Sezione II-B: Dal 2024, il Quadro RT include una sezione specifica per le plusvalenze derivanti dalla cessione di criptovalute, facilitando la compilazione per i contribuenti.
Quadro RW: è utilizzato per il monitoraggio delle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero. È fondamentale per rispettare gli obblighi di trasparenza fiscale. Ecco cosa devi sapere:
- Utilizzo: Devi compilare il Quadro RW per dichiarare le criptovalute detenute, anche se non hai realizzato alcun reddito. È un obbligo di monitoraggio fiscale.
- Attività Estere: Questo quadro è specifico per le attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero, come conti correnti e investimenti. Le criptovalute rientrano in questa categoria.
- Imposte Patrimoniali: La compilazione del Quadro RW è necessaria anche per il calcolo dell’IVAFE (Imposta sulle Attività Finanziarie detenute all’estero) e dell’IVIE (Imposta sugli Immobili all’Estero).
Le cripto-attività non devono essere indicate nel quadro RW se il contribuente può dimostrare, presentando una denuncia presso un’autorità di pubblica sicurezza, di aver smarrito o subito il furto delle chiavi private.
In Sintesi
Caratteristica | Quadro RT | Quadro RW |
---|---|---|
Scopo | Dichiarare plusvalenze e minusvalenze | Monitoraggio attività finanziarie all’estero |
Imposta | Imposta sostitutiva del 26% | IVAFE e IVIE |
Obbligo | Solo se realizzi plusvalenze | Sempre, per le criptovalute detenute |
Quindi in sintesi, il Quadro RT si concentra sulle operazioni di vendita e le relative tassazioni, il Quadro RW è fondamentale per il monitoraggio delle criptovalute e delle altre attività finanziarie detenute all’estero. Assicurati di compilare entrambi correttamente per evitare sanzioni e per rimanere in regola
Cosa Succede in Caso di Controllo?
Se l’Agenzia delle Entrate dovesse effettuare un controllo, è essenziale dimostrare provenienza e destinazione delle criptovalute e le operazioni eseguite. Anche se attualmente non esiste un software in grado di tracciare tutti i movimenti sulla blockchain, avere una documentazione accurata ti permette di essere preparato. Come ho già detto, fai degli screenshot delle tue transazioni e mantieni un registro dettagliato delle operazioni effettuate (magari con un foglio Excel).
Le SANZIONI per mancata, errata o tardiva dichiarazione includono: una sanzione fissa minima di €250 per dichiarazione infedele, oltre a una sanzione variabile dal 120% al 240% delle imposte dovute, aumentata di un terzo. Inoltre il termine di prescrizione si proroga di un anno per omessa/mancata dichiarazione.
Tieni conto che, in tutto il mondo, SOLO negli Emirati Arabi Uniti (EAU) la vendita e l’acquisto di criptovalute è totalmente esente da imposte.
Gestire correttamente la Tassazione delle Criptovalute
In sintesi, la tassazione delle criptovalute in Italia richiede attenzione e una gestione consapevole. Le normative sono in continua evoluzione, e restare aggiornato è fondamentale per evitare problemi fiscali. Se stai investendo in Bitcoin o altre criptovalute, assicurati di:
- Monitorare il valore complessivo delle tue criptovalute.
- Dichiarare correttamente nel modello Redditi eventuali plusvalenze.
- Dichiarare criptovalute e altre attività finanziarie detenute all’estero.
- Mantenere una documentazione dettagliata delle tue transazioni.
E Se… Ci Sto Perdendo?
A parte che te l’avevo detto! Scherzo ovviamente!
Se realizzi delle perdite con le tue criptovalute, la situazione fiscale cambia rispetto a quella delle plusvalenze. In Italia, le perdite possono essere utilizzate per compensare le eventuali plusvalenze future, riducendo così l’importo delle tasse che dovrai pagare. Vediamo nel dettaglio come funziona questo meccanismo.
Compensazione delle Perdite
Le perdite derivanti dalla vendita di criptovalute possono essere compensate con le plusvalenze realizzate nello stesso anno o nei quattro anni successivi. Questo significa che se in un anno hai delle perdite su alcune operazioni e dei guadagni su altre, puoi sottrarre le perdite dai guadagni e pagare le tasse solo sulla differenza.
Ecco un esempio pratico:
- Anno 1: Realizzi una perdita di 2.000 euro vendendo Bitcoin.
- Anno 2: Realizzi una plusvalenza di 5.000 euro vendendo altre criptovalute.
- Risultato: Puoi compensare la plusvalenza con la perdita dell’anno precedente, riducendo il guadagno tassabile a 3.000 euro. Pagherai il 26% solo su questi 3.000 euro.
Dichiarazione delle Perdite
Le perdite devono essere dichiarate nel quadro RT del modello Redditi PF. Questo passaggio è fondamentale per poter usufruire della compensazione in futuro. Se non dichiari le perdite, non potrai utilizzarle per ridurre le plusvalenze nei prossimi anni.
Cosa Succede se non hai Plusvalenze da Compensare?
Se non realizzi plusvalenze entro i quattro anni successivi alla perdita, purtroppo non potrai più utilizzarle per compensare eventuali guadagni futuri. Le perdite non utilizzate vanno perse e non possono essere riportate oltre il termine dei quattro anni.
La possibilità di compensare le perdite con le plusvalenze è un aspetto importante da considerare nella gestione fiscale delle criptovalute. Anche se è sempre preferibile evitare perdite, saperle gestire dal punto di vista fiscale ti permette di minimizzare l’impatto sulle tue finanze. Per assicurarti di sfruttare al meglio questa opportunità, è fondamentale tenere una documentazione accurata delle tue transazioni e dichiarare correttamente tutte le perdite nel modello Redditi. Puoi eventualmente farti aiutare da un Commercialista.
Insomma…
Quindi, se stai pensando di investire in Bitcoin, tieni sempre a mente l’impatto fiscale. Una corretta gestione fiscale è essenziale per evitare sorprese spiacevoli e per assicurarti che i tuoi guadagni non vengano erosi da imposte non previste.
Ricorda, una corretta gestione fiscale delle tue criptovalute non solo ti protegge da sanzioni, ma ti consente anche di massimizzare i tuoi guadagni evitando sorprese fiscali.
Un grazie a te che hai avuto la pazienza di arrivare fin qui e Buon Investimento!
UfficioFinanza.it – Domenico Guercia